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Processione Cristo Risorto

La domenica di Pasqua si celebra la secolare Processione del Cristo Risorto, in cui viene portato in corteo un baldacchino con la statua lignea del Cristo risorto, conservata nella Chiesa seicentesca di San Giuseppe. Una precedente Statua della risurrezione, andata perduta, sarebbe stata portata in processione, fin dal XVIII secolo, dagli appartenenti alla Corporazione dei Falegnami.
L’arduo impegno dei portatori, che si tramanda da padre in figlio, è un compito che implica forza, perché il peso della macchina con la statua è di 5 quintali, ma anche rigore, in quanto caratteristica della processione è il passo sostenuto, tanto che viene indicata come la Processione del “Cristo che corre”. Un capo macchina ha la responsabilità di curare il corretto svolgimento del corteo, coordinando i sedici portatori affinché seguano il giusto ritmo, che porti la Statua alla buona andatura, a tempo con la musica, in modo che “la corsa del Cristo” si svolga sempre all’altezza della tradizione.
Altrettanto importante e delicato è il compito dei portatori dei Tronchi, ossia delle grandi Croci che precedono la Statua. Di notevole altezza e peso, il loro trasporto richiede una notevole abilità e forza per non essere sbilanciati durante il trasporto. Anche il loro compito si tramanda, nei limiti del possibile, all’interno della famiglia. Attualmente le Croci sono nove, a rappresentanza delle principali chiese di Tarquinia e ogni “Croce” ha tre portatori che si alternano lungo il percorso.
La processione viene annunciata dai colpi caricati a salve con i coriandoli degli Sparatori
e vede la partecipazione dei portatori dei Lampioni, dello Stendardino e soprattutto dell’eccezionale Banda musicale “Giacomo Setaccioli”, che vanta già due secoli di importante attività.

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